Sulle orme dei caduti. Adua cent’anni dopo

32.00

Autore: Bruno Villari
ISBN: 9788874426027

Anno: 2016
Pagine: 392
Formato: 14,8×21
Foto / Illustrazioni: a colori

Categoria:

Adua e la battaglia che ne porta il nome sono una cartina di tornasole non tanto della presunzione colonialista dei Paesi europei dell’Ottocento; non solo della superbia condita da ciechi complessi di superiorità dei gruppi dirigenti italiani, quanto e soprattutto di un costume duraturo di rivalità tra comandan­ti, di scarsa professionalità militare, di disprezzo per la vita dei propri uomini … Perché in Italia sotto la divisa del soldato c’era un contadino, e ogni contadino era solo un servo, per i padroni. E per la maggior parte dei loro ufficiali …
Bruno Villari, a distanza di più di un secolo, ha scalato le ambe scoscese che portano sui luoghi della battaglia. Le sue gambe stanche hanno misurato la stanchezza di marce defatiganti sotto il peso di zaini e fucili. I suoi occhi han­no cercato intorno verde e acqua. E hanno visto pietre e solo pietre, sassi e solo sassi. Finché si sono posati sulla montagnola di pietre che funge da sepolcro ai caduti nell’ultimo assalto e agli altri caduti ivi portati da mani pietose perché riposino in pace, senza essere divorati dalle iene e dai cani …
È triste il destino dei vinti. I nemici ti odiano e ti uccidono poiché invasore. I concittadini ti disprezzano, anche se non osano dirlo e scriverlo, in quanto vinto, perdente. La sconfitta porta disonore, al di là dei tuoi meriti e/o demeriti.
Bruno Villari fa un viaggio concreto, fisico, sui luoghi della geografia e un viaggio parallelo, nella memoria. I due percorsi s’incrociano quando meno te lo aspetti e ti offrono spaccati di vita, di paesaggio, pensieri, impressioni, memorie sue e altrui, considerazioni, notizie coeve alla battaglia.
Ti offrono emozione. Perché Bruno dialoga con i morti di entrambi i fronti e con i vivi. Parla col e del paesaggio. Ascolta il vento e le pietre, come un poeta. E chiede ai sassi le risposte alle domande alle quali gli uomini non possono rispondere. Perché non ci sono» (dalla Prefazione di Saverio Di Bella).

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