Gambalesta

15.00

Autore: Luigi Capuana
A cura di: Rosaria Sardo
ISBN: 9788874425648

Anno: 2010
Pagine: 168
Formato: 14,8×21
Foto / Illustrazioni: no

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Domenico Costa, Dominicuddu, Cuddu, detto Gambalesta «pareva fatto a posta per correre come il vento», racconta compiaciuto e con te­nerezza Capuana ai suoi piccoli lettori nel 1901. «Magro, di carnagione lentigginosa», «con capelli rossicci e folti», «neppure mangiando poteva star fermo» […] Sentimenti, emozioni, pensieri di un bambino di fronte a fatti più grandi di lui di cui non coglie il senso e la portata, resi magistralmente secondo la lezione verista. Siamo lontani davvero da quel Cuore nel quale la narrazione è solo apparentemente fatta da un bambino, ma si avverte subito che l’intento e le modalità espressive sono quelle dell’adulto, di quel De Amicis che pure programmaticamente aspirava a una narrazione au­tentica […]
Capuana riesce a rendere perfettamente lo sguardo curioso, carico di meraviglia e di stupore del bambino, sia che osservi la bellezza delle colline di Ràbbato, sia che scruti l’acqua luccicante del fiume, sia che si sorprenda dell’immensità del mare, sia che provi i brividi di fronte alla distruzione di Palermo, sia che si lasci travolgere dalla marea delle giubbe rosse nel messinese. Lo sguardo di un bambino serve allora all’autore per aprire squarci di mistero nel mondo reale e per riguardare i fatti accaduti con occhio di­verso. Non basta. Capuana conosce bene la logica del desiderio, impulsivo, ingenuo, che governa spesso le azioni di un bambino e riesce a renderla magistralmente sulla pagina scritta […]
Come Pinocchio segue il Gatto e la Volpe, così Cuddu segue compa­gni di avventura dentro una Storia dove le lotte sono vere, la battaglia è fatta coi fucili e per terra ci sono i feriti e i morti. Tutto è misterioso, affascinante, terribile, spaventoso insieme e Cuddu viene travolto.

Luigi Capuana
Nacque nel 1839 a Mineo (Ct). Studen­te di Legge a Catania dal 1857, cominciò ben presto ad interessarsi alla letteratura e in special modo alla poesia popolare, seguendo la sensibilità romantica, allora dominante.
Nel ‘64 si stabilì a Firenze, allora capitale d’Italia, perché accoglieva l’élite culturale del Paese: qui Capuana conobbe il Prati, l’Alear­di e co­minciò a interessarsi all’opera di Balzac e di altri romanzieri francesi. Proprio a Firenze cominciò a definire quelle che in seguito sarebbero state le basi teoriche del Verismo.
Tornato a Mineo nel 1869 in qualità di ispettore scolastico, ne divenne sindaco e in­trecciò una relazione con una popolana, dalla quale ebbe dei figli in seguito abbandonati.
Nel ’77 si trasferì a Milano e qui, nel ’79, diede alle stampe il primo romanzo verista, Giacinta, che all’uscita scatenò una ridda di polemiche e di attacchi di ordine sia morale, sia stilistico. Molto successo ebbero invece le varie raccolte di fiabe per bambini, nelle quali trovava posto il suo vivissimo interesse per il folklore, incoraggiato anche dall’incontro col grande demologo Giuseppe Pitré.
A Roma nel 1888, Capuana conobbe lo scrittore francese Emile Zola. Morì nel 1915.
Per i bambini scrisse tante fiabe (C’era una volta, Il raccontafiabe) e racconti, tra i quali, oltre Gambalesta: Cardello, Scurpiddu, Gli americani di Ràbbato.

Rosaria Sardo
Insegna Gram­matica e didattica della lingua italiana presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Catania. Si è occupata di lingue in contatto, di standardizzazione, di modelli normativi in rapporto alle pratiche scrittorie secentesche e di aspetti stilistici del verismo. Più recentemente si è interessata di stili cognitivi e comunicativi in relazione al potenziamento delle competenze linguistiche e testuali. Ha condotto laboratori e seminari sulla didattica ludica dell’italiano (Le regole del gioco: proposte di didattica ludica dell’italiano, in V. Campisi – R. Sardo, Sulle barricate delle competenze, Urso, Siracusa 2008 e progetto Grammagiò insieme a Giovanni Caviezel). Oltre che di vari saggi pubblicati su riviste accademiche o in atti congressuali, è autrice di una monografia sul contatto linguistico (Pidgins e creoli: il Tok pisin materiali interpretativi, Culc, Catania 1986), di una su nor­ma e usi comunicativi nella diacronia dell’italiano («Registrare in lingua volgare». Scritture pratiche e burocratiche in Sicilia tra Seicento e Settecento, Palermo 2008) e di una su questione della lingua e verismo («Al tocco magico del tuo lapis verde …» De Roberto novelliere e l’officina verista, Catania 2008). Ha lavorato a un progetto di ricerca interdisciplinare sui linguaggi televisivi per bambini (R. Sardo – M. Centorrino – G. Caviezel, Dall’Al­be­ro Azzurro a Zelig, Rubbettino, Soveria Man­nelli 2004; e R. Sardo – M. Centorrino, Dall’anten­na alla parabola: dinamiche di ricezione e fruizio­ne della tv per bambini e ragazzi oggi, Bonanno, Aci­reale 2007).

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