Elena intrecciava fiori di sale non è un libro che parla di donne ma una raccolta di storie in cui le donne si lasciano raccontare dal lettore. Elena, Anna e le altre sono lì, un rigo dopo l’altro, senza filtri, senza orpelli; fotografie color seppia ingiallite dal tempo, o immagini dai colori sfavillanti. Il libro diventa un contenitore senza nessun filo conduttore, sarà il lettore a scegliere il proprio. Leggerà innanzitutto, forse, le storie brevi, lascerà per ultime quelle lunghe. Oppure leggerà i racconti di seguito e poi tornerà indietro e rileggerà secondo il proprio stato d’animo, le affinità, le preferenze. Ogni volta che rileggerà troverà una sfumatura che non aveva colto, uno sguardo diretto proprio a lui, incontrandovi un po’ di se stesso. Elena e le altre aspetteranno di prendere vita mentre gli occhi vedranno le lettere diventare parole e le parole farsi immagini e le immagini trasformarsi in un dialogo di emozioni.

Maria Carmela Micciché è nata a Scicli (Rg), cittadina in cui vive e lavora. Diplomata al liceo scientifico, ha scritto per alcuni giornali locali ed ha partecipato a più concorsi letterari, vincendo il “Moak” e, ripetutamente, il “Città di Sortino”. Alla domanda da dove nasce la sua scrittura, risponde: «Ho sempre amato le immagini, ma non sapendo disegnare ho cercato, sin da piccola, di creare immagini con le parole».

In copertina:
Julien Dupré, The wheatfield, 1893, olio su tela, 20×29, Galleries Rehs, New York.