«In Italia, i titoli nobiliari non sono riconosciuti, dal punto di vista legale dalla Repubblica Italiana, a partire dal 1948, come stabilito dalla Costituzione. I titoli esistenti prima del 1922 possono essere utilizzati come parte del nome, ma non conferiscono alcun privilegio o diritto». Ma nella vita di tutti i giorni, specialmente nel Meridione, che nel referendum Monarchia/Repubblica ha votato per la conservazione della Mo­narchia, marchesi, baroni, conti ecc. godono ancora di un certo prestigio e della benevolenza della società civile, per la quale occorrono decenni e non colpi di spazzola legislativi per cancellare diritti acquisiti ed esercitati nel tempo. Ma i nobili hanno bisogno di soldi per continuare a conservare un certo tenore, da qui i matrimoni “misti” con la borghesia che oggi ge­stisce il denaro. Questo il canovaccio di base dell’ultima commedia di Teresa Rizzo, che cerca di aggiornare i comportamenti nobiliari alla realtà attuale con semplici corrispondenze e solite devianze: il diverso si nasconde pure nella famiglia dei nostri nobili, che reagiscono dignitosamente ingoiando il rospo serenamente e rifugiandosi nei loro progetti che daranno continuità nel futuro al loro “viver da nobili”. Una sola la vittima, necessaria, di questa complessità … e la vedremo sacrificata sull’altare così come si è sempre fatto … perché nella nostra società, alla fine, “gattopardianamente’ nulla cambia, se non le mode, le tendenze, i valori volanti presi sul serio. osannati e poi traditi, dimenticati, aggiornati dai mass-media, dagli influenzer, dai manipolatori e dai monatti del momento.

Teresa Rizzo vive e opera a Messina. La sua po­liedrica attività artistico-culturale di poetessa, di critico d’arte e di pittrice, in arte Artese, è riportata su riviste, rassegne d’arte e stampa specializzata. Lau­reata in Materie Letterarie e in Psico-Pedagogia, pluri­specializzata per l’insegnamento ai diversamente abili, presidente-rettore dell’Accademia Interna­zionale “Amici della Sapienza” ODV di Messina, promuove incontri d’arte, premi lette­rari e scambi culturali a livello internazionale.

In copertina: Artese, Gian Gurgolo, olio su tela, 50×70.